Biografia
Mālā Teater Mundi è un ensemble di recente costituzione, composto da attori e performer
professionisti, che nasce a Milano con lo scopo di indagare il rapporto fra teatro, parola, danza e
rito. Una ricerca espressiva di matrice fisica che vuole esplorare la possibilità di un teatro
dell’inconscio, archetipico e trasformativo.
I fondatori del gruppo, costituitosi per iniziativa di Andrea Failla, si sono incontrati qualche anno
fa durante un progetto teatrale. È cominciata fra loro una collaborazione artistica che li ha portati
a formare l’attuale ensemble, costituito da Andrea Failla, Eliana Crestani, Rudy De Amicis, Deva
Nado, Giusy Carnimeo, Vittorio Gatta. Tutti i componenti del gruppo hanno alle spalle una
formazione accademica attorale e all’attivo diverse collaborazioni con teatri nazionali. Sono
inoltre ricercatori nel campo antropologico, artistico e spirituale.
La poetica e lo stile di Mālā Teater Mundi si rifanno a maestri quali Peter Brook, Jerzy
Grotowski, Pina Bausch, Ariane Mnouchkine, Nekrošius.
Spettacolo
RITUAL 2.0
Con il termine “Ritual 2.0” si vuole identificare un’azione rituale/teatrale collettiva, il cui
scopo è quello di coinvolgere gli spettatori in un caleidoscopio di iniziazioni, di immagini
archetipiche e rituali, per rivivificare il senso del sacro rinnovando il filo sottile che lega il
visibile all’invisibile.
In un’epoca dove la sacralità e il rito hanno perso il loro significato originario, Ritual 2.0 si
pone l’obiettivo di risvegliarci a tematiche extra-ordinarie come possibilità di
consapevolezza trasformativa. Da sempre l’uomo ha cercato di mutare la percezione
ordinaria dell’esistenza, riplasmando la configurazione della propria soggettività attraverso
pratiche iniziatiche in connessione con l’origine e il mistero dell’esistenza. Ritual 2.0
esplora questo confine, offrendo allo spettatore la possibilità di sperimentare la forza di
gesti rituali di valenza simbolica, immagini archetipiche e metafore poetiche che parlano al
nostro inconscio. Il teatro diventa iniziazione, rito immaginifico e visivo. Il pubblico,
disposto attorno e vicino agli attori, non è solo testimone dell’evento, ma parte integrante
del processo trasformativo.
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