Biografia
Attore, comico, mimo, fantasista e clown. Piero Massimo Macchini è un artista poliedrico che ha sperimentato tutte le varie forme di umorismo.
Dopo aver frequentato i corsi di formazione con i maestri Jango Edwards, Yves Lebreton, Bustric, Leo Bassi, ha iniziato la carriera esibendosi nei festival di arte di strada con il personaggio Dolly Bomba per poi passare dal teatro alla tv, dalla radio al cinema, dall’ editoria fino al web.
Showman e intrattenitore si è anche distinto come presentatore di convention, gran galà e cabaret.
Mattatore sul palcoscenico è reduce dal “Marche Comedy Record”(2017) dove si è esibito per 12 ore consecutive!
Oggi, clown maturo e tecnico, è la nuova maschera del marchigiano per una commedia dell’arte nuova.
Spettacolo
“FUORI PORTA – Viaggio ai confini della fantasia”
Da Oriente ad Occidente si attribuisce alla “porta” una simbologia ampia e ricca di significato.
Nelle diverse culture l’atto del “varcare una soglia” ha il significato di riunirsi ad un mondo
nuovo e la porta rappresenta la separazione o la comunicazione tra i due ambiti, non solo
come identificazione dello spazio fisico che delimita l’esterno dall’interno o viceversa, ma
anche come passaggio tra due livelli: il noto e l’ignoto, il profano e il sacro.
Cosa succede allora se un clown riceve in regalo una porta e questa diventa il suo giocattolo
che si apre con la chiave della fantasia? FUORI-PORTA è uno spettacolo di pantomima,
musica, improvvisazione, pane e fantasia che farà riflettere sulle porte visibili e invisibili che
abbiamo aperto e chiuso nella nostra vita. Uno spettacolo che coniuga sapientemente la
tecnica mimica alla drammaturgia comica. Sia nella versione da teatro di strada che in quella
da palco.
Il corpo come strumento fortissimo di comunicazione con il pubblico che ne è rapito partecipando
attivamente alle richieste di un clown colorato di bianco che da solo non potrebbe
caricarsi il peso di un regalo così inaspettato.
I suoi occhi vivacissimi cercano lo spettatore e lo irretiscono creando un filo invisibile in situazioni
non programmate, assolutamente improvvisate, che nascono dagli input del pubblico
sempre diversi. Il finale corale che vede intrecciare l’attore principale, il tecnico di turno del
festival ed una bambina o bambino del pubblico, tutto ma proprio tutto in un’atmosfera ancora
più suggestiva e fiabesca.
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